1.3 - Il pensiero consapevole

Pubblicato il 28 dicembre 2023

Vibrazione, musica, armonia. Secondo la fisica quantistica ogni oggetto emette spontaneamente delle onde, delle vibrazioni, come uno strumento emette i ritmi di una musica. Anche il pensiero positivo genera delle onde di energia, e più le onde emesse da un pensiero sono profonde più l’energia diventa forte. Se il pensiero positivo di molte persone è rivolto nella stessa direzione, per esempio una moltitudine di giovani che assiste a un concerto musicale del loro cantante preferito, questo crea una grande energia positiva. È vero anche il contrario, come ad esempio il conflitto tra molte persone che sono in lotta o in guerra crea dissonanza. Succede come con i diapason.

Prediamo per esempio un diapason e che vibra 440 volte al secondo (440 Hz) e lo mettiamo su una tavoletta libera di muoversi. Se viene percosso con un martellino, ne viene fuori un suono intenso e prolungato nel tempo. Prendiamo un altro diapason uguale, cioè anch’esso costruito con una frequenza di vibrazione di 440 Hz, e lo mettiamo anch’esso sulla stessa tavoletta libera di muoversi. Se uno dei due diapason lo battiamo con il martellino anche l’altro vibra come se anch’esso fosse stato percosso. Se noi mettessimo sulla stessa tavoletta altri 10 o più diapason uguali di 440 Hz, percuotendone uno solo col martellino tutti gli altri si metterebbero a vibrare contemporaneamente. Questo fenomeno è chiamato risonanza. L’energia si trasmette liberamente dal primo al secondo, dal secondo al terzo e così via, e alla fine tutti i diapason che sono sulla stessa tavoletta vibrano con la stessa frequenza. Ora invece proviamo con un diapason che ha una frequenza leggermente diversa, ad es. 441 vibrazioni al secondo. Se proviamo a batterlo produce un suono quasi identico al primo, infatti la differenza è solo di 1 Hz. Lo mettiamo sulla stessa tavoletta e proviamo a batterlo con un martellino ma nonostante ci si aspetti una risonanza sugli altri questa volta non si verifica più. Questo perché, quando la frequenza della vibrazione è la stessa l’energia si trasmette liberamente, ma basta una piccolissima differenza e l’energia non si trasmette più.

Nell’antichità, all’origine di quasi tutte le culture che noi conosciamo, c’erano fra gli esseri umani delle conoscenze che sono andate perdute ma di alcune è rimasta traccia nelle parole che noi usiamo di frequente.

C’è ad esempio in alcune parole composte che noi usiamo spesso, una parola che esprime un significato molto elevato, questa parola è “Aura” ed è rappresentata dalla luce splendente. Aura è probabilmente il nome antico del Divino che esprime la consapevolezza propria di ciascuno, e la troviamo in molte parole composte derivate dal latino, ma che hanno un’origine molto più antica, come augurio, adorazione, orazione, aurora, oro (che noi abbiamo tradotto dal latino aurum, il regalo che Melchiorre, uno dei i Re Magi donò al Bambino Gesù. Ma i Magi nel loro paese erano i sacerdoti di “Aura Mazda”, Aura (il nome antico del divino rappresentato dalla luce splendente), Mazda (del pensiero positivo, della pura consapevolezza). È possibile che il regalo di Melchiorre avesse un significato diverso da quello che noi gli abbiamo attribuito, e invece del metallo prezioso Melchiorre ha portato in dono Aura Mazda? Cioè il dono della luce spendente del buon pensiero e della pura consapevolezza?

Lasciamo risolvere questo quesito a chi avesse la voglia di approfondire l’argomento, e riprendiamo il discorso sulla risonanza delle onde (o oscillazioni, o vibrazioni, o musica che dir si voglia e che sono tutti modi diversi per dire la stessa cosa) che hanno la stessa frequenza.

Gli esperimenti del CERN di Ginevra hanno dimostrato che anche il vuoto – ciò che i nostri sensi percepiscono come vuoto – oscilla, vibra, e in particolari condizioni può andare in risonanza: secondo la Meccanica Quantistica quando questo succede si formano le particelle che costituiscono la materia. Cioè, secondo questa teoria, la materia che noi conosciamo è originata dalla “risonanza del vuoto” (questo discorso lo riprenderemo quando parleremo della scoperta del Bosone di Higgs).

Ora vediamo invece come il fenomeno della risonanza abbia implicazioni sul comportamento umano. Se – per ipotesi – tutti gli uomini del mondo mantenessero fra loro dei buoni rapporti, e i loro pensieri entrassero in risonanza – diremmo oggi, se fossero tutti sulla stessa lunghezza d’onda – l’energia non si disperderebbe, ma si trasmetterebbe a tutti (come accade con i diapason) e tutti ne trarrebbero beneficio. E questa condizione è il pensiero generato dalla pura consapevolezza di ciascuno. Purtroppo, è vero anche il contrario, che la dissonanza genera confusione, e quando i rapporti e le relazioni fra gli uomini diventano conflittuali l’energia si disperde generando guerre, distruzioni e morte. Questa condizione negativa si crea quando le persone agiscono sotto la spinta di un “pensiero non consapevole” (cioè quando le persone per incoscienza o leggerezza o per altri motivi) agiscono seguendo un pensiero che non è il loro pensiero, ma è il pensiero di un altro, e si comportano come se loro non fossero responsabili di quello che fanno – questo succede ad esempio nel branco, quando un gruppo di ragazzi aggredisce un vecchio o una ragazza indifesa e li violentano – il capobranco (il bullo della situazione) cioè quello che nel branco è dominante compie l’aggressione e gli altri, per paura o per vigliaccheria, non si oppongono, anche se lo vorrebbero fare, e così inconsapevolmente diventano essi stessi complici dell’aggressione). Ecco, i componenti del gruppo, a parte il capobranco, agiscono sotto la spinta di un pensiero non consapevolecioè che non segue la consapevolezza propria di ciascuno, ma è il pensiero distorto del capobranco, che tutti gli altri accettano e seguono senza esserne pienamente consapevoli, e si comportano come se non fossero responsabili delle loro azioni, e si giustificano dicendo “lo fanno gli altri perciò lo faccio anch’io, anche se obiettivamente lo ritengo sbagliato”.

Un comportamento analogo succede anche in situazioni apparentemente meno gravi, quando una persona disonesta per invidia, per calunnia o per altri motivi mette in giro una menzogna raccontando ad altri cose non vere sul conto di un’altra persona. La voce si sparge e tutti ne parlano nella comunità come se fosse la verità, e la persona calunniata ne subisce grave danno. Le persone che inconsapevolmente si fanno portavoce di questa falsa-verità o menzogna che dir si voglia che gli è stata raccontata e di cui loro in realtà non sono consapevoli se non per sentito dire alimentano il conflitto che può avere delle conseguenze tragiche per qualcuno (lo abbiamo visto nei paesi, dove tutti si conoscono – o in rete sul Web – e una falsa notizia in poco tempo è sulla bocca di tutti, e la persona calunniata viene emarginata e subisce il disprezzo della comunità che la ritiene colpevole di un fatto che in realtà non ha commesso). Su quest’argomento Hannah Arendt una filosofa americana di origine ebraica, ha scritto un libro intitolato: la Banalità del male, con il quale ha cercato di spiegare come avvengono questi fenomeni irrazionali generati dal pensiero non consapevole che è all’origine di tutte le azioni malvage.

Bisogna anche ricordare come nel corso della storia molti argomenti sono stati considerati tabù (parola che significa “accettazione passiva di un pensiero non consapevole”). La scienza su questi tabù ha preso posizioni diverse. Conosciamo tutti la storia di Galileo Galilei, il grande scienziato del ‘500 che ha rischiato di essere condannato al rogo dal Tribunale dell’Inquisizione per aver osato affermare le proprie convinzioni scientifiche, però messo alle strette ha rinnegato il proprio pensiero e così si è salvato. Sappiamo anche di Giordano Bruno che il suo pensiero non l’ha rinnegato, e sebbene l’inquisizione lo abbia condannato al rogo è rimasto fedele al suo pensiero che riteneva giusto e ha preferito morire sul rogo.

La fisica classica dice che ogni cosa è separata da tutto il resto, cioè che è ferma e immobile nel tempo e nello spazio. Noi, in effetti, la vediamo così: prima di tirare il calcio di rigore mi piazzo bene il pallone nel dischetto e lo vedo fermo e immobile prima di tirare il calcio col piede. La fisica quantistica invece dice che la materia non è inerte, ma si muove, si agita. Niente è separato, ma ogni cosa, ogni corpo nell’universo, dalla più piccola particella subatomica alla più grande galassia è unita a tutto il resto, e spontaneamente fluttua, cioè vibra, ed è impossibile separare la materia dal movimento. La Fisica Classica è una fisica di oggetti separati e distinti. La Fisica Quantistica è una fisica di relazioni; in Fisica Quantistica niente è separato ma ogni cosa è in relazione con tutto il resto.

Einstein nel 1933 fu il primo a definire con grande genialità che secondo la Fisica Quantistica sarebbe possibile stabilire delle relazioni di connessione di ogni cosa con ogni altra cosa dell’universo. Purtroppo, però lo disse per dimostrare che, secondo lui, questo non era possibile; ma John Stuart Bell nel 1964 con un esperimento conosciuto come “le disuguaglianze di Bell” dimostrò invece che Einstein si sbagliava. Quindi nella realtà nessun oggetto può essere considerato separato e isolato. Sono le relazioni che legano gli oggetti, e che si trasmettono attraverso fluttuazioni, cioè onde, vibrazioni, oscillazioni e ogni vibrazione ha una sua frequenza. Quando noi guardiamo le cose della natura, vediamo che ogni forma è diversa da un’altra: è la frequenza della vibrazione che dà la forma alle cose.

Max Plank, il grande scienziato tedesco che ha scoperto i “Quanti elementari di azione”, che hanno dato origine alla Meccanica Quantistica, nel momento in cui gli veniva consegnato il Premio Nobel per il suo lavoro di ricerca fece questo discorso: “avendo dedicato tutta la mia vita alla scienza più lucida, lo studio della materia, posso affermare questo sui risultati della mia ricerca sull’atomo: la materia in quanto tale non esiste! Tutta la materia ha origine ed esiste solo in virtù di una forza che fa vibrare le particelle atomiche, e tiene insieme quel minuscolo sistema solare che è l’atomo. Dobbiamo presumere che dietro questa forza esista una mente conscia e intelligente. Questa mente è la matrice di tutta la materia”. Anche molti altri scienziati che hanno preso il Nobel dopo di lui sono pervenuti alla stessa conclusione, e cioè che esiste un’intelligenza, una Coscienza Universale, una consapevolezza, un’essenza fisicamente pensante.

La scienza moderna dice che tutto il mondo è vivo, si muove, vibra, è cosciente. Forse non è vivo nel modo in cui pensiamo a un essere vivente, che respira, ma è vivo nel senso che è intelligente, che c’è una coscienza in tutte le cose, anche nelle cose apparentemente inanimate. Per oltre duecento anni la fisica classica ci ha portato a credere che ogni cosa sia separata da tutto il resto, che noi siamo separati dal nostro corpo, separati l’uno dall’altro, separati dal mondo, e le conseguenze di questo pensiero sono le crisi che ci sono state nel passato e che vediamo nel mondo di oggi. L’evoluzione della nostra specie come storia ha a che fare con l’esperienza che fa una persona, e la condivide con due persone, con quattro con otto con 16, fino a creare quello che chiamiamo una massa critica e quando raggiunge la massa critica l’intero gruppo fa il salto verso una condizione migliore e più evoluta. Il nostro futuro dipende dal cambiamento che la nostra specie “homo sapiens” deve fare. Quando, se mai dovesse succedere, l’ego individuale diventerebbe un noi, automaticamente nascerà la cooperazione, la solidarietà, e tutto ciò che è connesso con questa visione. E allora questa potenzialità generata dalla consapevolezza, questa risonanza del pensiero umano ci darà una forza che è la più grande forza che si possa concepire al mondo. Se questo dovesse accadere allora tutto ciò che noi ci auguriamo, potrebbe diventare realtà!

Questo però è in contrasto con la filosofia cartesiana che noi oggi seguiamo. Noi siamo abituati a credere solo a un mondo che possiamo percepire con i sensi, e diciamo che quello percepiamo è vero, e ciò che non percepiamo non è vero. Quindi tutto ciò che non percepiamo non è realtà? Oppure sono i nostri sensi che sono limitati e percepiscono solo una minima parte della realtà che ci circonda? Se alziamo in alto lo sguardo e vediamo il cielo stellato, siamo convinti che qualche migliaio di stelle che riusciamo a vedere è tutto quello che c’è sopra la nostra testa, e non pensiamo invece che molte stelle non sono visibili a noi, e che queste sono la maggior parte. In questi ultimi anni gli scienziati con telescopi molto potenti hanno scoperto che nel cielo ci sono oltre 150 miliardi di galassie, e ognuna di queste galassie contiene oltre 100 miliardi di stelle. Quindi le stelle che non vediamo (e che pure ci sono) sono 15 mila miliardi di miliardi, e il nostro sole con tutti i pianeti che gli ruotano intorno è solo una di queste stelle! Ancora più sconvolgente è la scoperta più recente fatta dagli scienziati, e cioè che tutte le galassie e le stelle dell’universo che noi possiamo vedere con i più moderni e sofisticati telescopi messe assieme costituiscono solo il 5% di tutta la materia che esiste nell’Universo, ed è scientificamente provato che il 95% di tutto quello che ci circonda noi non lo vediamo, anzi noi lo vediamo come spazio vuoto! Gli scienziati la chiamano Materia Oscura, ma poiché noi non la vediamo non le diamo nessuna importanza, per noi è come se non esistesse.

La Fisica Quantistica ha sviluppato un concetto che è stato espresso da uno scienziato (Paul Dirac) con una formula matematica (e per la quale gli è stato assegnato il Premio Nobel). Questa formula è stata chiamata impropriamente la “formula dell’amore” ed esprime un fenomeno fisico chiamato “entanglement” che è stato osservato in natura nelle particelle microscopiche, e afferma che se due particelle interagiscono tra di loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separate non potranno più essere considerate come due elementi distinti, ma in qualche modo sottile diventano un unico sistema che rimarrà unito per sempre: quello che accade a una particella continua a influenzare l’altra anche se vengono allontanate a una grandissima distanza una dall’altra. In alcune università americane sono state fatte delle ricerche su questi fenomeni, ed è stato osservato che nell’apparato visivo delle Farfalle Monarca (e anche in molte specie di uccelli migratori) esiste un organo chiamato “criptocromo”, il quale rilascia degli elettroni che vengono immediatamente riassorbiti dal nervo ottico. Durante il tragitto questi elettroni risentono dell’influenza del campo magnetico terrestre, per cui queste farfalle “vedono” la rotta da seguire, cioè è come se si trattasse di una bussola che indica loro la direzione giusta. Sarebbe bello se anche noi esseri umani fossimo dotati di un organo che ci indica la direzione giusta da seguire!

P.S. Mi viene in mente il sospetto che la Natura, in effetti, ci ha già dotato di un organo simile a quello delle “Farfalle Monarca” per orientarci e indicarci la direzione giusta, anche se nessuna università finora ha fatto ricerche in merito. Probabilmente la Natura ci ha già fornito il nostro “criptocromo”, che si trova da qualche parte all’interno del nostro cervello e si manifesta con il “Pensiero Consapevole”. Chissà se anche noi un giorno non scopriamo di averlo e impariamo a usarlo.