3.4. Le regole economiche e la vita delle persone

3.4 Economia - Le regole economiche e la vita delle persone

Pubblicato il 28 dicembre 2023

Nel Mahabharata (considerato il più vasto poema epico della letteratura indiana e mondiale) c’è una famosa disputa, in cui Krishna (che è un’incarnazione di Dio) sta discutendo con Arjuna, il grande eroe protagonista del poema.

Si sono riuniti, e poco prima che cominci la guerra, Arjuna dice:

So che stiamo dalla parte giusta, ma in questa guerra moriranno così tante persone! Può essere questa la cosa giusta?

E Krishna gli risponde:

“Oh! deve esserlo! Perché è nostro dovere fare la cosa giusta. Qualsiasi cosa accada!”

Questa disputa ci riporta indietro nel tempo di oltre 3.000 anni, ed è scritta in Sanscrito, una delle lingue più antiche che si conoscono. Ci sono due parole per indicare i rapporti su cui si basava la società di allora: una è di Nitj, e sta a significare quanto sono buone le leggi e quanto sono giuste, l’altra è Naja, e sta a significare quanto è buona l’intera società tenendo conto delle leggi giuste ma anche di come sta andando la vita delle persone. Pensate, già 3.000 anni fa si faceva questa distinzione.

Un modo di capire questa distinzione è quello di considerare l’affermazione che ripeteva spesso Ferdinando d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero: “sia fatta giustizia, e perisca pure il mondo”. Questo potrebbe essere un esempio di Nitj.

Ma se le leggi sono giuste e il mondo perisce non può esserci Naja.

Naja è il punto di vista che pone al centro le persone considerate nei termini del loro benessere, della loro libertà, e dei loro diritti, non solo come creare istituzioni ideali.

Ritornando alla disputa tra Krishna e Arjuna, anche se quest’ultimo non è molto convinto deve eseguire il comando che gli viene imposto dal suo dio. Dal mio punto di vista però Arjuna aveva ragione. Non bisogna vedere solo se le persone stanno facendo il loro dovere, ma quali saranno le conseguenze delle loro azioni sulla loro vita e sulla vita delle altre persone, poiché questa è la cosa più importante.

Esempi sulla distinzione fra Nitj e Naja possono essere fatti anche nell’economia moderna.

L’attuale crisi economica, che iniziò nel 2008 come crisi del capitalismo di mercato, generò una gigantesca crisi finanziaria in tutto il mondo.

A partire dal periodo in cui negli Stati Uniti era presidente Reagan, le regole che governavano il mercato sono state allentate progressivamente, e quando nel 2008 arrivò la crisi, molte delle istituzioni finanziarie non avevano più alcuna limitazione né responsabilità.

Erano in una situazione che Adam Smith aveva già previsto nella Ricchezza delle Nazioni, quando parlava della Bolla del Mare del Sud, e citava quello come il momento in cui si rendeva necessario un controllo da parte del governo.

Coloro che sono favorevoli al liberalismo sostengono che Smith è sempre stato contrario all’intervento dello Stato nell’economia. Ma in questo passaggio della Ricchezza delle Nazioni” Smith spiega che i mercati senza controllo né limitazioni possono finire male, a meno che non siano accompagnati da un’adeguata azione del governo.

Smith aveva esaminato una situazione in cui alcune persone assumevano enormi rischi prendendo a prestito denaro a tassi d’interesse molto alti, tagliando fuori tutti gli altri.

Poi, quando le loro aspettative non si sarebbero realizzate ci sarebbe stato il collasso dell’intera economia. Questo perché il denaro era stato sottratto a tutti gli altri ambiti produttivi per scopi puramente speculativi.

Dal 1786, data di pubblicazione del libro di Smith sono passati oltre 2 secoli, e nel 2008 questa situazione prevista da Adam Smith si è verificata. Era stato investito molto denaro in capitale finanziario, fondi speculativi e derivati di vari tipi. Era arrivato anche molto danaro dalla Cina, che i cinesi volevano inserire nell’economia globale.

In aggiunta c’è stato il tentativo da parte delle banche americane di generare profitti prestando denaro per la costruzione di case il cui valore reale era inferiore a quello del prestito (i mutui subprime). Tutto questo ha portato a una crisi economica senza precedenti e ha danneggiato la vita di molte persone.

Per rimediare alla situazione il governo americano e i governi europei hanno operato per salvare le banche e le istituzioni finanziarie, e questi, giganteschi salvataggi hanno prodotto enormi deficit nei bilanci degli Stati aumentando a dismisura il debito pubblico sia in America che in Europa.

Le prime a subirne le conseguenze sono state la spesa pubblica e la spesa sanitaria.

Alcune nazioni dell’eurozona: Italia, Spagna, Francia e persino la Gran Bretagna hanno tagliato una gran parte dello Stato sociale. Ma i maggiori danni li ha subiti la Grecia: prima che cominciassero i programmi di aggiustamento del bilancio la Grecia aveva un tasso di crescita del 4%, ma nel 2008 l’economia ha subito il tracollo e oggi la Grecia ha un Pil più basso del 20% rispetto a quello che aveva prima.

Quindi i governi europei hanno applicato delle regole che in teoria sembrano giuste: “se hai un deficit tagli le spese!”

Ma queste regole che sono state ritenute giuste hanno prodotto degli effetti che si sono dimostrati sbagliati, perché hanno peggiorato la vita delle persone, per cui in termini di Naja è stato un grande errore.

Il filosofo americano John Rawls nel suo libro “Una teoria della giustizia” pubblicato nel 1971 si chiede: quand’è che una società si può definire giusta? Questo è il problema fondamentale del liberalismo economico. Però il problema non si può affrontare adeguatamente se si parte dall’idea che il bene è l’utilità degli individui, perché allora tutto ciò che massimizza il benessere degli individui è considerato giusto, anche quando arriva a violare le libertà fondamentali.

L’idea che una società giusta è quella che massimizza l’utilità dei singoli e che viene applicata oggi nelle democrazie occidentali non è condivisa da John Rawls.

Egli propone che invece di partire dall’utilità, si debba partire dal concetto di giustizia sociale e propone l’idea della giustizia come equità.

Questa idea si basa su due principi:

– il primo è che ogni individuo deve poter godere della massima libertà, compatibilmente con la libertà degli altri.

– Il secondo è che ad ogni persona devono essere garantite pari opportunità, e per questo ricorre allo strumento del contratto sociale.

Ipotizziamo una situazione che Rawls chiama posizione originaria, dove gli individui che sono chiamati a stabilire i principi di giustizia non sanno quale sarà il loro posto nella società, cioè se per esempio saranno sani o malati, ricchi o poveri.

Se sapessero già in partenza che saranno tra i ricchi, alcuni individui potrebbero per esempio pronunciarsi contro l’assistenza sanitaria pubblica, se sapessero di essere tra i più poveri sarebbero invece a favore.

In una situazione in cui ignorano quella che sarà la loro posizione, gli individui sceglieranno il sistema in cui i meno avvantaggiati possano ottenere il massimo possibile, e quindi il sistema basato sulla redistribuzione delle risorse.

In altre parole, la società giusta non è quella in cui non esistono diseguaglianze, ma quella in cui le disuguaglianze legate al fatto che per alcuni nel corso della vita possono verificarsi situazioni di svantaggio, queste vengono ridotte il più possibile grazie alla redistribuzione della ricchezza.

Perciò il criterio dell’utilità si dimostra un criterio parziale e incompleto. Dobbiamo chiederci invece quali sono le cose che una persona ha ragione di desiderare se è libera, cioè se il suo spirito non è abbattuto da una società oppressiva.

Facendoci questa domanda stiamo perseguendo l’idea che sia la nostra libertà l’elemento centrale dal quale dobbiamo partire per valutare i vantaggi, anziché l’idea dell’utilità e della felicità individuale.

In realtà l’idea di libertà è un’idea complicata, perché con libertà intendiamo il fatto che possiamo ottenere ciò che desideriamo, che possiamo fare ciò che desideriamo, dunque libertà di ragionare, libertà di pensiero ecc. È per questo motivo che le società che hanno generato mediamente un elevato tenore di vita in termini di reddito, non sono riuscite a fare ciò che si erano proposte dando a tutti la libertà di muoversi e di pensare liberamente ecc., perché in una società dove ci sono persone molto povere, queste hanno pochissima libertà, e non possono stare bene come le altre che non hanno problemi economici.