4.2 Storia - L'Homo erectus

Pubblicato il 26 dicembre 2023

Dopo Lucy e Faccia Piatta sono passati oltre di 1 milione di anni e non sono stati fatti altri ritrovamenti relativi a questo periodo ma circa 2 milioni di anni fa comparve una nuova specie, l’Homo erectus. Al contrario di Lucy e di Faccia Piatta l’Homo erectus era adatto alla corsa, fu il primo umano a presentare delle caratteristiche strutturali che oggi sono parte del corpo dell’uomo moderno, un legamento nel collo gli stabilizzava la testa e lo sguardo durante la corsa, i tendini di Achille agivano come molle per rendere più efficienti le falcate, le forti natiche ne stabilizzano il dorso e il suo corpo, durante il movimento, si protendeva in avanti.

Queste caratteristiche permisero all’l’Homo erectus di fare uno dei grandi passi della storia umana: fu il primo ominide a lasciare l’Africa.

Dal Lago Turcana e da altre zone dell’Africa l’Homo erectus si diresse a Nord. Alcuni scienziati ritengono che dopo aver raggiunto l’attuale Turchia lì si sia fermato per qualche tempo ma poi si sia diretto verso il confine orientale dell’Europa.

In un villaggio chiamato Dmanisi, nella Repubblica della Georgia, il paleontologo David Lordkipanidze e il geologo Reid Ferring hanno portato alla luce una serie di teschi di Homo erectus. In nessun altro sito sono stati trovati così tanti reperti; dunque, non soltanto l’Homo erectus aveva compiuto il viaggio fino all’attuale Georgia ma si era abituato al nuovo ambiente.

In Georgia gli inverni erano molto freddi e questo impediva la crescita di vegetali commestibili per cui l’alimentazione dell’Herectus era quasi esclusivamente a base di carne. Facendo un confronto tra l’Herectus e lo scimpanzé notiamo che, mentre lo scimpanzè restò in Africa perché non sarebbe sopravvissuto senza mangiare frutta, l’Herectus aveva una grande capacità di adattamento nell’alimentazione.

Finora molti studiosi pensavano che questo cambiamento si fosse prodotto non più di 1 milione di anni fa ma Lordkipanidze afferma che si debba risalire molto più indietro nel tempo e ne ha la prova. Il suo team ha scoperto scheletri di Herectus accanto a fossili di rinoceronte che in questa zona vivevano tra il milione e mezzo e 2 milioni di anni fa. Questi studiosi hanno individuato resti di Herectus anche sotto lo strato che risale al periodo in cui i poli magnetici della terra si sono invertiti e, infine, altri resti di Herectus sono stati rinvenuti sotto alcune rocce che sottoposte ad analisi hanno dimostrato risalire a 1 milion e 750.000 anni fa, cioè 700.000 anni prima di quanto tutti gli studiosi finora ritenevano possibile.

Tra gli oggetti più comuni rinvenuti negli scavi Reid Ferring ha trovato dei piccoli ciottoli rotondi, erano riuniti in piccoli mucchi e si rese conto che erano ciottoli di fiume. Poiché il fiume si trova a più di un km di distanza, non è stata l’acqua a portarli lì, è stato l’Homo erectus. Perché?

Tutti i ciottoli ritrovati hanno una cosa in comune: stanno perfettamente in una mano. Questo è un dettaglio molto importante, Ferring pensa che queste pietre venissero scagliate. Lanciare un sasso con precisione è una tecnica particolare che solo gli esseri umani possono apprendere: sono armi e, probabilmente, l’Herectus fu il primo essere umano a usare un’arma per difendersi dai predatori e iniziare ad assumere il controllo del proprio territorio.

Grazie alla resistenza fisica riusciva a coprire lunghe distanze, attraversare deserti, valicare montagne e, facendosi strada tra le giungle, raggiunse l’isola di Java in Indonesia che all’epoca era collegata al continente asiatico da una striscia di terra.

Giunto all’isola di Java non poté procedere oltre poiché si trovò davanti il mare; non lo fermò neanche questo ostacolo e continuò la sua migrazione in quella che potrebbe essere stata la prima conquista umana del mare arrivando fino alla lontana Isola di Flores.

Solo un grande animale a sangue caldo era riuscito prima di lui a fare la traversata fino all’isola indonesiana di Flores: lo Stegodonte, antenato degli elefanti, che compì la traversata 850.000 anni fa usando la sua proboscide come un boccaglio.

Alcuni oggetti in pietra rinvenuti nell’isola di Flores sono la prova che l’Homo erectus vi approdò circa 800.000 anni fa.

Altre specie umane: l’Homo Abilis e "Schiaccianoci"

Sulle coste del lago Turcana Louise Leackey ha scoperto alcuni reperti fossili che dimostrano come l’Homo erectus vi era presente 2 milioni di anni fa. Ma l’Herectus non era solo: in quell’ambiente, 1 milione e 800.000 anni fa, convivevano parecchie specie di scimmie erette e l’Herectus conviveva con almeno altre due specie di ominidi.

Uno di loro era l’Homo Abilis, che competeva con i leopardi e rubava loro le prede: è conosciuto anche col sopranome di Handy-Man.

Nella stessa zona viveva una terza specie, l’Olduvay Hominid chiamato anche col sopranome di Schiaccianoci poichè le noci costituivano la sua alimentazione principale.

Questo ominide per adattarsi a quella rozza dieta era diventato una macchina per masticare: aveva grandi molari e i muscoli della mandibola erano così imponenti che aveva bisogno di alcune ossa supplementari.

Queste tre specie di ominidi, l’Homo erectus, l’Homo Abilis, e l’Olduvay Hominid, come interagivano fra loro? I fossili ritrovati da Louise Leackey suggeriscono che fra di loro non c’era antagonismo. Inoltre, sembra che l’Homo erectus avesse un comportamento che potremmo definire molto umano rispetto alle altre due specie. Sono stati ritrovati, infatti, dei reperti appartenenti a un esemplare sofferente di una deformazione ossea. Nessun’altra specie sarebbe potuta sopravvivere in condizioni simili ma questo esemplare c’era riuscito e la cosa si può spiegare solo in un modo: qualcuno si era preso cura di lui.

Non sappiamo che cosa sia successo allo schiaccianoci e all’Handy-Man, sembra che se ne siano perse le tracce più di 1 milione di anni fa. L’Herectus invece è sopravvissuto e, secondo Louise Leackey, è stata la dedizione dei membri del gruppo verso i più deboli a garantire la sopravvivenza di questa specie.

La scoperta del fuoco

In una caverna chiamata Swartkrans, in Africa, in un pozzo vecchio più di 1 milione di anni sono state trovate delle ossa carbonizzate di animali.

Non furono effetti di un incendio naturale ma la prima prova dell’utilizzo del fuoco da parte dell’uomo.

Esperimenti fatti sul campo hanno dimostrato che le ossa erano state carbonizzate in un bivacco. Questa scoperta ha portato gli scienziati alla conclusione che l’Herectus, 1 milione di anni fa, fu il primo umano a controllare il fuoco. Per maneggiare il fuoco l’Herectus doveva resistere a molti impulsi e soprattutto a una paura innata. Il controllo del fuoco diede avvio a una serie di cambiamenti nel comportamento dell’Herectus: prima della scoperta del fuoco solo la fuga sugli alberi poteva proteggerlo dai predatori ma, con la presenza del fuoco, l’Herectus poteva dormire per terra mentre le fiamme tenevano lontano i predatori. Questo permise alle braccia e alle mani di adattarsi a scopi diversi da quello di arrampicarsi sugli alberi.

Ma l’uso più importante che l’Herectus fece del fuoco fu la cottura del cibo. Nella storia dell’uomo questo fu un passaggio fondamentale. La carne cruda, infatti, è coriacea e dura da masticare. Se ad esempio osserviamo il comportamento degli scimpanzé, vediamo che sono sempre pronti a mangiare della carne se ne hanno l’occasione. Il problema è che gli tocca masticarla per 4-5 ore perché la carne cruda è molto difficile masticare. Per questo motivo i primi ominidi non erano molto attratti dalla carne fino a quando non sono riusciti a renderla tenera con la cottura. La cottura con l’uso del fuoco ha ridotto da cinque ore a circa un’ora il tempo di masticazione.

L’antropologo Richard Erskine Leakey è convinto che la cottura del cibo abbia fatto molto di più: abbia modificato in modo determinante la forma e le dimensioni del corpo umano. Il maggior numero di calorie ottenute con una migliore nutrizione ha determinato la crescita dell’Herectus facendolo diventare il 50% più alto dei primi ominidi. Inoltre, il cibo cotto ha facilitato la digestione per cui gli intestini e la cassa toracica si sono ridotti diventando più piccoli. Grazie al cibo più tenero anche i muscoli della mandibola si sono rimpiccioliti e, inoltre, il miglior apporto di sostanze nutrienti ha permesso un aumento delle dimensioni del cervello.

In un’altra caverna vicino a Swartkrans, in Sudafrica, la paleantropologia Lucinda Bleckwell ha fatto dei ritrovamenti fossili appartenuti a un altro ominide chiamato Robustus che viveva nello stesso periodo dell’Herectus.

Il Robustus aveva un cervello grande come quello dell’Herectus per cui era evidente che anche questa specie aveva un’alimentazione ricca di proteine poiché il tessuto cerebrale consuma molte più calorie di un normale tessuto muscolare a riposo.

Recenti analisi chimiche sui resti del Robustus hanno confermato che in qualche modo anche quest’ominide ingeriva proteine di origine animale ma non si capiva come poiché il Robustus era ritenuto un semplice erbivoro che si nutriva solo di frutta e radici.

Lucinda Bleckwell ha rinvenuto alcuni utensìli ottenuti da ossa vicino ai resti del Robustus. Per scoprire come il Robustus utilzzasse questi strumenti li ha riprodotti e li ha usati per incidere la corteccia degli alberi per stanare insetti, trovando una perfetta corrispondenza con i segni presenti sugli utensili del Robustus.

Ha scoperto così che il Robustus si nutriva di termiti: la corrispondenza era evidente, il Robustus utilizzava questi utensili proprio per stanare le termiti.

È noto che gli scimpanzè si servono di rametti per cercare le termiti ma sfruttano i buchi lasciati dalle stesse termiti. Il Robustus invece, con i suoi strumenti, scavava l’interno di un termitaio e faceva delle termiti la sua alimentazione principale.

Se il Robustus non si cibava di carne animale, e quindi non competeva con l’Herectus per il cibo, allora di che genere erano i loro rapporti?

Le prove raccolte nel pozzo di Swartkrans indicano che il Robustus non era un rivale dell’Herectus, potrebbe essere stato invece una sua preda, infatti, i ricercatori hanno trovato tracce inquietanti tra i resti carbonizzati e, tra gli altri, le ossa di alcune dita di Robustus.

Non è chiaro se Homo erectus si cibasse anche di altri ominidi, di sicuro era in grado di dominare il suo ambiente.