5.1 Attualità Sardegna - Don Tamponi

Pubblicato il 05 maggio 2024

Conferenza Unione Sarda del 20/04/2024 – Intervento di Don Tamponi, Responsabile beni culturali ecclesiastici della conferenza episcopale sarda.

Il problema dell’assalto che la nostra terra sta subendo a causa di questi nuovi conquistatori, è dovuta al fatto che c’è una contrapposizione di base, tra l’essere e l’avere. Anzi di più, tra il voler essere il voler avere.

Noi abbiamo degli approfittatori che vengono nelle nostre terre per rubare il vento, se il vento si può rubare, e questo furto che ci viene fatto ha necessità di passare addosso completamente a tutta la nostra identità, quello che noi siamo.

A partire da ciò che riguarda la nostra madre, la Terra stessa, con tutte le indicazioni, che quella terra ci da, rispetto all’appartenenza.

Ecco perché siamo chiamati a difendere quei segni che ci dicono chi siamo, contro la volontà oscura di chi invece vuole avere, a tutti i costi.

Io mi chiedo quali sono queste famose ditte, questi famosi propugnatori del nuovo che arriva, nascosti dietro finte società, dietro gruppi creati all’improvviso, che vanno a occupare per quanto è possibile ogni punto dei nostri territori.

L’assalto è partito da questa parte della Sardegna, dal Nord, la Gallura e l’Anglona, che la tradizione, la nostra ricerca di contatto con Dio stesso ha voluto punteggiata di chiese, che non sono soltanto degli oggetti poggiati sul territorio, come invece dovranno essere queste grandissime pale eoliche, anche alte più di 200 – 300 m, ma sono i luoghi dell’anima, sono le parole che noi diciamo a Dio attraverso la nostra madre, che creano il paesaggio. Ecco perché abbiamo un dovere morale, un dovere etico, che sarà quello di dire praticamente al nostro cuore “noi attraverso queste parole vogliamo difendere chi siamo”.

Chi vuole possedere non fa altro che ripetere una storia che abbiamo già visto, nella nostra terra. Verso la fine del 1300 chi occupò ad esempio la Gallura, in quel caso era erano gli aragonesi, portarono via il tesoro della Gallura, tutti gli uomini, tutti i giovani e tutti i bambini, lasciando vecchi e donne. Nel 1800 la Gallura, l’intera Sardegna è stata spogliata da tutti gli alberi, perché servivano per il progresso, per le macchine a vapore, per le industrie del Nord dell’Italia, e così via. Abbiamo avuto molti momenti in cui siamo stati spogliati. Le nostre coste nei punti migliori sono state occupate da grandi mostri come la petrolchimica, e abbiamo visto che cosa ha rubato la Petrolchimica, non terreno e non paesaggio ma anima, perché ha portato via intere quantità di persone, la loro stessa capacità sociale di vivere sul territorio. Ecco oggi sta capitando la stessa cosa.

Che cosa dirà il futuro di noi, se ci sarà un futuro? Non sono stati capaci di difendere la loro terra. Non sono stati capaci di avere una visione lunga. Per questo abbiamo bisogno intanto di dire chi siamo. Siamo isole? Bene, che allora l’insularità venga messa in costituzione.

Siamo coloro i quali appartengono a questa terra, e non come dicono questi nuovi invasori da terra è nostra e appartiene a noi.

Bene. Noi siamo pronti a difendere la nostra Madre, la nostra terra, siamo coloro i quali non vogliono che ci venga rubato il sole, che ci venga rubato il vento.