5.3 Attualità Sardegna - Fanny Cao

Pubblicato il 05 maggio 2024

Fanny Cao, Vicepresidente di Italia Nostra – Conferenza Goletta Verde, 16/07/2022

Evito di tornare su tante cose che sono già state illustrate, e che condividiamo appieno.

Noi siamo per le energie rinnovabili, oggi non potrebbe essere diversamente. Riteniamo però che debba essere fatta una premessa sulla posizione per quanto riguarda l’incentivazione alle energie rinnovabili. Italia Nostra ha una sua posizione, che è diversa da quella di tante altre associazioni ambientaliste, e che è maturata dopo il decreto che ha liberalizzato le procedure e tolto molti di quei paletti che prima consentivano di avere una visione preliminare di ciò che si andava a fare e quindi potersi configurare i problemi che da questa liberalizzazione ne sarebbero derivati.

Naturalmente da questa posizione di partenza nascono altre considerazioni che qui cercherò rapidamente di affrontare, anche tenendo conto dei punti che l’associazione che ci ospita, e che ha meritoriamente organizzato quest’incontro tra noi, le forze politiche, l’Università importantissima, sono emerse.

Per esempio l’appello alla velocità. Cioè dobbiamo fare in fretta. Dobbiamo fare in fretta a dare le concessioni, su questo non siamo assolutamente d’accordo.

Riteniamo che anzi che, proprio grazie alla liberalizzazione che si è aperta e all’emergenza creata dalla necessità di produrre energia da fonti rinnovabili, stia avvenendo un vero e proprio accaparramento, un accaparramento speculativo del nostro mare.

Sull’azione sono perfettamente d’accordo con l’onorevole Di Gioi, un accaparramento che, come sempre, è dovuto a che cosa? A interessi speculativi, cioè c’è da sfruttare una risorsa. Mi rifaccio ancora a quello che ha detto l’onorevole Di Gioi, ricordando come nel corso dei secoli dai Fenici che avevano individuato la Sardegna per gli approdi, allo sfruttamento dei boschi, allo sfruttamento delle miniere, allo sfruttamento delle coste, allo sfruttamento addirittura del suolo agricolo per cose che con il settore agricolo poco avevano a che fare, con le servitù militari, con il petrolchimico, ma chiudo qui.

Oggi è stata offerta a nostro parere una nuova facile strada. Penso che tutti quanti sappiate di quali numeri e di quale consistenza hanno queste richieste di concessioni. Sono cose abnormi. Ve ne dico solo una, quella di Zefiro Vento: 1.628 aerogeneratori, 1.747 ettari di spazio marino, per un’enorme produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili.

Ecco su questo credo che dobbiamo riflettere.

Fra l’altro è passato poco tempo da quando, ogni volta che le associazioni o comitati locali hanno fatto ricorsi contro impianti eolici a terra, sono venute fuori connessioni poco pulite (mi sembra un termine abbastanza accettabile) tra autorità locali, autorizzazioni, implicazioni, provenienza di capitali, che venivano utilizzati spesso per dare avvio a queste speculazioni.

Passo a un altro argomento, questo lo devo solo accennare.

Tra l’altro, quest’accaparramento del mare per trenta o quaranta anni, con la previsione di costruire chissà come e chissà quando gli aerogeneratori, avviene in una fase in cui sono in corso importantissimi procedimenti per la pianificazione del mare.

Abbiamo una legge delega N. 53 (alla quale finora non è stata data attuazione) per l’individuazione di siti idonei alla costruzione di questi grossi impianti.

Qualcuno si è lamentato che è stato fatto solo un elenco dei siti non idonei, però è stato richiesto anche di individuare siti idonei, e c’è un ragionamento che può portare a dire: “Ecco, qui si può fare”.

Tralascio le motivazioni, che potrebbero essere alla base di questa mancata localizzazione.

Non solo, nel 2021, il Ministero infrastrutture e mobilitazione mobile ha dato avvio allo studio per la pianificazione dello spazio marittimo, e attualmente è in corso.

Poi tutto si può dire sul fatto che certi provvedimenti legislativi vanno con i piedi di piombo perché così almeno facciamo tutto quello che vogliamo, e poi dopo facciamo le leggi.

Però è stata richiesta la certificazione dello spazio marittimo, che è in corso. A che cosa serve?

Dovrebbe servire proprio per evitare sovrapposizioni, per evitare contrasti, per creare sinergie nell’uso dello spazio marittimo, che verrebbero fuori e sarebbero deleterie se già fossero state date queste concessioni.

Invece dare la Concessione è come mettere la zampa da qualche parte, e dire: “Qui ci sono io”. E questo è un problema attualissimo. Mi sembra che fosse sul giornale di ieri. Alcune capitanerie hanno individuato nell’esaminare le documentazioni per la valutazione dell’impatto ambientale, che certi progetti impattano addirittura con le Servitù militari, impattano con la questione dei trasporti, impattano con i diritti di pesca.

Adesso torniamo al discorso del paesaggio (scusate, sono temi che si accavallano).

Allora, quando si parla di impatto ambientale, l’impatto non è solo quello che vediamo. Certo, a 30 km dalla costa magari vedo poco. Ma quegli aerogeneratori alti anche duecento-trecento metri, e che magari sfumano nel paesaggio, sono ancorati, e non certo non un’ancora normale, sono ancorati sul fondo del mare, sono collegati alla terraferma, quindi il cavo di ogni aerogeneratore e il cavo generale degli aerogeneratori attraversa tutta quella fascia del mare, e deve essere poi portato a terra, e da li deve essere distribuito. Quindi l’impatto non è solo visivo, è un impatto con tutto l’ecosistema marino che ruota intorno, e non solo: quindi mare, suolo marino, fondo marino, e anche l’aria, perché sono pale alte qualche centinaio di metri. Io non lo so con esattezza, ma immagino che cosa possa essere il rumore che producono. E ricordiamoci che nel mare non dobbiamo solo produrre energia eolica, il mare non lo dobbiamo considerare fin da ora solo una risorsa per la produzione di energia eolica, il mare è anche pesca, il mare sono i trasporti, il mare è turismo, nel mare ci sono i pesci, quei pesci di cui vive un settore della pesca che in Sardegna non è morto.

Ecco posso rispondere a quanto ha detto la dottoressa, che il mare di Trapani è morto. Il nostro mare non è morto! Ieri davanti alla spiaggia di Campus, incrociavano due delfini. Il nostro mare è ricchissimo di vita. È una grande risorsa! Certo abbiamo bisogno anche di energia, ma ci sono tantissimi altri settori che devono andare avanti.

È stato detto che dobbiamo pensare al futuro. Ora, secondo me al futuro abbiamo cominciato a pensarci già da un pezzo, abbiamo cominciato a pensarci da quando abbiamo visto il fallimento della petrolchimica, abbiamo visto il fallimento delle miniere, abbiamo visto la Sardegna diventare economicamente marginale, e a quel punto abbiamo detto “basta regalare soldi a chi viene in Sardegna solo per fare speculazione!” Cerchiamo di risolvere i nostri problemi con ciò che abbiamo e di cui noi siamo padroni, è da decenni ormai abbiamo puntato e stiamo puntando su altre cose, stiamo puntando sul turismo, stiamo puntando sui Beni Culturali, stiamo puntando sull’ambiente. Abbiamo sprecato occasioni incredibili. Il parco Geominerario: ma chi di voi ha visitato un parco geominerario nel resto d’Europa, o nel resto del mondo, e riesce a capire perché qui non si riesce a far partire…

Moderatrice: “Puoi chiudere per favore?”

Devo chiudere? Chiudo anche subito. Spero di essere riuscita a farvi capire perché l’Associazione Italia nostra è molto, molto cauta. È molto favorevole alla transizione energetica, ma non vuole andare in fretta, vuole che prima delle concessioni ci sia la pianificazione, ci sia l’individuazione dei siti idonei che non arrechino gravi danni ambientali, danni ai settori di cui il mare è una risorsa indispensabile, e i costi come ambiente (i danni d’impatto ambientale devono ancora essere valutati), i trasporti, la pesca, il turismo, siano comparati con i benefici che se ne ricavano dalla produzione di energia con gli impianti eolici offshore, e ci si ricordi anche della strategia europea attuale, cioè ci sono direttive in atto che già ci indicano dove dobbiamo andare.

Poi possiamo anche fare i riottosi, e metterci tutte le pale eoliche, ma non col nostro consenso. Grazie!