5.7 Attualità Sardegna - Antonio Muscas

Pubblicato il 05 giugno 2024

Antonio Muscas, componente del coordinamento dei Comitati Sardi contro la speculazione energetica – Conferenza Unione Sarda, 20/04/2024

Buongiorno, grazie per l’invito, mi presento sono Antonio Muscas, un ingegnere meccanico, faccio parte del Coordinamento dei Comitati sardi contro la speculazione energetica, e sono stato a suo tempo componente del tavolo tecnico convocato proprio dalla Todde per la decarbonizzazione della Sardegna.

Come componente del comitato mi occupo, ci occupiamo ormai più di dieci anni della tematica energetica, perché il problema, in effetti, non è iniziato con il Decreto Draghi.

Il decreto ormai risale all’epoca in cui era stato privatizzato il comparto energetico, e nello specifico possiamo dire che con l’articolo 12 del decreto legislativo 387 del 2003, in cui le rinnovabili sono state individuate, cioè il settore energetico è stato individuato come strategico, e questo ha consentito e ha dato modo di avviare quel processo di deregolamentazione che ci ha portato fin qua.

Quindi premetto che noi siamo favorevoli alle energie rinnovabili, e abbiamo già presentato a luglio del 2023 una proposta per bloccare tutti i procedimenti in corso in Sardegna, e per dare modo alla Sardegna di darsi un sistema di regole, non semplicemente di tutela del territorio, che è indispensabile, ma anche per l’elaborazione di un piano strategico che è anch’esso indispensabile, perché i problemi sono di diverso ordine.

A partire dal fatto che oggi le società (che acquistano terreni agricoli per costruirci gli impianti di energia rinnovabile N.d.R.) praticamente stipulano accordi con i privati proprietari dei terreni, e già qui noi ravvediamo dei profili d’incostituzionalità, perché non capiamo intanto perché debba essere il proprietario di un terreno a decidere quel che è il futuro in termini di paesaggio, di economia e tutto quanto verte sul territorio. La seconda cosa e perché deve essere il proprietario di un terreno a farsi carico di una decisione che è così importante per la collettività.

Parliamo poi di un piano strategico, perché si è fatto confusione tra quelle che sono le emissioni climalteranti che sono oggi semplificate solo come emissioni di CO2, quando in realtà noi dobbiamo parlare di un riequilibrio ecologico che interessa tutta una serie di azioni che devono essere fatte sul territorio. Quindi è indispensabile lavorare anche in questa direzione.

Per quanto riguarda appunto l’individuazione delle aree idonee, di cui si parla, anche qua noi chiediamo di prestare attenzione, perché aree idonee (a costruirci gli impianti di energia rinnovabile N.d.R.) sono le aree in cui sono semplificati i procedimenti autorizzativi, ma poi esistono le aree non idonee e le aree che stanno nel mezzo, quelle che stanno nel mezzo hanno procedimenti autorizzativi normali, non quelli semplificati, ma anche nelle aree non idonee sono aree sulle quali si possono presentare comunque dei progetti.

Quindi dobbiamo prestare massima attenzione. Quando parliamo di tutela del territorio e d’individuazione delle aree idonee, è necessario che noi, anche da questo punto di vista, stiamo bene attenti agli indirizzi che diamo per il futuro assetto di quel territorio.

La Sardegna è oggi, secondo i dati ISPRA, la regione ha maggior consumo di suolo. Quindi noi vogliamo che s’intervenga sulla tutela del suolo, e anche nell’individuazione delle aree idonee noi vogliamo che si discuta anche della tipologia d’impianti da realizzare e delle loro dimensioni perché, com’è stato detto bene prima, stiamo parlando, per quanto riguarda l’eolico, d’impianti che superano abbondantemente duecento metri di altezza, e quindi è importante intervenire anche per mettere parola su che tipo di impianti vogliamo, tenendo anche conto che molti di questi impianti fra pochi anni saranno obsoleti, perché quindi accettare oggi di realizzare quest’enorme numero di impianti che probabilmente non potranno mai funzionare perché non abbiamo capacità neanche di esportare tutta l’energia che producono.

Poi c’è da parlare anche dell’eolico a mare. Tutelare il territorio ma tutelare anche il mare, perché le richieste di autorizzazione che sono state presentate dalle società per la costruzione d’impianti nel mare intorno alle coste sarde sono numerosissimi, e rischiano di compromettere irreversibilmente anche il mare. Sugli impianti eolici a mare è intervenuta anche la corte dei conti europea, proprio perché non sono stati fatti degli studi approfonditi in merito.

Quindi noi simo completamente favorevoli alla proposta che noi abbiamo chiamato moratoria (in realtà la moratoria non è prevista dal Decreto Draghi, per cui bisognerà parlare direttamente di una Proposta di Legge) per bloccare questi impianti e per l’elaborazione di un piano strategico quindi chiediamo che si lavori anche in questo senso, perché è importante che siamo noi sardi a decidere il futuro della nostra isola e decidere noi come vogliamo che diventi la Sardegna.

Grazie.