5.8 Attualità Sardegna - Giuseppe Biggio

Pubblicato il 05 giugno 2024

Giuseppe Biggio, già direttore del servizio pianificazione territoriale e paesaggistica della RAS – Conferenza Unione Sarda, 20/04/2024

In questo intervento per la prima volta viene presentata quella che era la bozza del “Piano Paesaggistico Regionale” che finora era rimasto negli archivi della Regione Sardegna.

La parola al Relatore:

Ho preso in esame un territorio campione, un territorio che fosse significativo per la maggior parte d’impianti eolici nell’attuale Piano Paesaggistico, quindi che non fosse particolarmente ricco d’impianti industriali. Questo territorio è nel Sulcis, dove ci sono Giba, Masainas e Sant’Anna Arresi.

Quindi una zonizzazione del territorio che il piano paesaggistico ha fatto, e al quale poi corrisponde tutta una serie d’informazioni.

Ho voluto quindi cercare di suddividere questa zonizzazione in due grandi categorie, coerentemente con le logiche contenute nelle prescrizioni, e quindi ho suddiviso in possibili siti idonei e possibili siti non idonei.

Quindi abbiamo tra i siti non idonei sicuramente i beni paesaggistici, le aree naturali e sedi naturali, i centri matrice, ovvero banalmente centri storici, le culture specializzate, le aree d’interesse naturalistico, e poi questi elenchi sono aperti, nel senso che mi sono limitato a fare una semplice prova.

Per i siti idonei invece sono stati inseriti gli insediamenti produttivi, artigianali e industriali, le aree di recupero ambientale, cioè quelle soggette a bonifica, le grandi miniere dismesse, i cicli rifiuti e le aree speciali.

Il risultato di questa sperimentazione l’ho indicato in una pianta, dove col rosso ho indicato i siti non idonei e in blu i possibili siti idonei. C’è poi tutta la fascia centrale che invece non può essere al momento suddivisa perché contiene anche le terre abbandonate, ma sono assieme ad altre tipologie e quindi non è facile individuare in questa fase, ma andrebbero valutate caso per caso.

Però già questa semplice simulazione ci fa capire come i siti idonei possono essere relegati a una minima parte del territorio e quindi rispettare effettivamente tutti quegli elementi di cui il nostro territorio è particolarmente ricco.

Ora, questo sta a dimostrare quanto sia esposta invece tutta la parte centrale della Sardegna, che non ha neanche questo tipo di protezione.

Allora bisogna estendere anche alle aree interne il Piano Paesaggistico.

Il Piano Paesaggistico che, vorrei ricordare per i molti che probabilmente non lo sanno, piano paesaggistico in cui l’Ufficio del piano, una volta terminato il lavoro degli ambiti costieri, si mise subito al lavoro per produrre le stesse carte e lo stesso tipo di analisi nelle aree interne.

Venne redatto dal punto di vista tecnico, fu completato, fu condiviso anche con la parte politica, ed era già pronto per la diffusione, esiste tuttora negli archivi della Regione, ma come sappiamo non vide la luce perché cadde la Giunta e quindi non venne approvato formalmente.

Come è strutturato questo piano paesaggistico degli ambiti interni?

Si basa su tre risorse strategiche, diremo su tre pilastri fondamentali.

La prima risorsa strategica sono i sistemi montani, che sono rappresentati dai principali gruppi montuosi della Sardegna, e dove l’analisi dei caratteri ambientale, insediativo e storico ha preso atto dell’incidenza che l’acclività e l’altimetria hanno avuto nello sviluppo dei caratteri biotici e abiotici. E questo ha fatto si che ci fosse un particolare sviluppo evolutivo degli insediamenti abitativi.

Il secondo pilastro sono i principali corsi d’acqua della Sardegna, in cui abbiamo la naturale connessione tra i sistemi montani e i sistemi costieri.

In questa connessione ci sono i principali processi evolutivi della fascia costiera, attraverso gli apporti idrici e gli apporti sendimentari, dove alle piane alluvionali, ai sistemi sabbiosi e alle zone umide costiere.

Questo scambio crea dei flussi ecologici tra ecosistemi costieri e montani di organismi viventi, di materia e di energia.

Il terzo sono i territori a valenza geomorfologica, e cioè sono quei sistemi territoriali riconoscibili e rappresentativi dell’identità locale, e sono riconducibili a categorie geomorfologiche ben determinate. Stiamo parlando quindi delle giare, dei tacchi calcarei, dei complessi geomorfologici di tipo granitico e dei depositi sedimentari.

Questi tre pilastri quindi hanno fatto sì che si potesse definire la perimetrazione di questi ambiti di paesaggio interni e che avessero una certa omogeneità, ovviamente diversi uno dall’altro, perché, e questa è un’altra caratteristica della Sardegna, è la regione italiana che ha in sé la maggior parte di paesaggi diversi tra loro.

Ho portato due tavole 1:25000 di questo lavoro del piano paesaggistico delle aree interne, qui c’è il “Lago di Mulargia”, e qui c’è il “Lago Omodeo”, e in queste due tavole vediamo che l’analisi del territorio è assolutamente identica a quella degli ambiti costieri.

Quindi è possibile oggi ripescare dagli archivi della Regione Sardegna questo lavoro, naturalmente ha necessità di essere aggiornato, perché sono passati oltre vent’anni, e c’è la necessità di aggiornarlo sia per le informazioni ma anche probabilmente per le previsioni future, e questa è la situazione scientifica in cui abbiamo individuato ventiquattro ambiti di paesaggi interni, che vanno a completare in totale questi cinquantuno ambiti di paesaggio.

Grazie.