5.9 Attualità Sardegna - Gianvalerio Sanna

Pubblicato il 09 giugno 2024

Gianvalerio Sanna, ex Assessore Enti Locali Finanze e Urbanistica della 13ª legislatura della Regione Sardegna – Conferenza Unione Sarda, 20/04/2024

Ci siamo posti il problema degli strumenti e dei mezzi. Quando scoppia l’incendio bisogna che arrivino i mezzi con gli strumenti per spegnerlo. Siamo in un’emergenza, e abbiamo lavorato con questo spirito. Da un lato consapevoli che c’è un’espressione dei giudici costituzionali, che è anche recente, che comunque dice che l’interesse nazionale collegato alle problematiche della Transizione Ecologica non possono prevaricare gli interessi costituzionali, e noi ci dobbiamo agganciare a questo primo punto.

Dall’altro versante abbiamo un’altra questione, che ai provvedimenti nazionali non si può rispondere con normative ordinarie della Regione, perché è tempo perso, perché nel frattempo il fuoco divampa, e siccome ho sentito, ho origliato, che i nostri legislatori siano preoccupati di fare una legge che potrebbe essere impugnata, diciamo subito che è meglio non farla, se si parte da questo principio, ma bisogna fare una normativa che abbia il potere di tutelare l’interesse costituzionale. E noi ce l’abbiamo questa normativa, gli articoli 135, 143 e 145 del Codice del Paesaggio ci dicono che dobbiamo pianificare l’intero territorio regionale con la pianificazione paesaggistica. E peraltro abbiamo l’esperienza di una cosa fatta e che ci ha consentito in quel momento di generare, nel frattempo il territorio veniva pianificato e tipizzato nelle sue caratteristiche intrinseche, ha reso possibile la moratoria temporanea fino a creare le condizioni di gestione, anche del sistema eolico, “La legge salvacoste”.

Quindi noi dobbiamo semplicemente completare un adempimento che non ci fu possibile completare, oggi diventa per noi un’opportunità per salvarci, e quindi, come ha detto correttamente l’ingegner Bigio, quello che non ci è stato possibile fare dobbiamo riprenderlo e aggiornarlo, renderlo democratico, arrivare alla partecipazione delle comunità, perché l’aggiornamento non è solo un aggiornamento fisico, in questo luogo c’era una cosa e adesso ce n’è un’altra, ma è anche la percezione culturale della funzione di quel luogo rispetto alla comunità nella quale insiste, e quindi quella che noi chiamavamo allora la “copianificazione”, che fu fatta, ma va rifatta in maniera più democratica se possibile, ma anche in maniera più moderna, perché nel frattempo siamo migliorati anche noi sulla percezione dei valori anche di tutela delle generazioni future, in questa missione di superare le generazioni, donando loro quello che ci è stato regalato anche a noi per poco tempo.

Quindi noi abbiamo messo in piedi una proposta semplicissima, e voglio anche che questa sia la sede nella quale si possa dire, non m’interessa chi c’è al governo e chi non c’è, non è tempo di alibi, e lo spiegherò perché con questo percorso si può salvare la situazione in pochissimi mesi, perché il lavoro è già fatto, l’aspetto normativo delle norme tecniche d’attuazione hanno valore su tutto il territorio regionale, perché tengono conto di definizioni, di prescrizioni e d’indirizzi, e quindi sappiamo benissimo cosa dobbiamo fare.

Dal punto di vista della “tipicizzazione”, cioè quella che si chiama in termini geologici “la caratterizzazione del territorio” va aggiornata, e poi bisogna, immaginavo, un primo ordine del giorno del Consiglio Regionale, all’ordine del giorno “l’approvazione delle norme urgenti di provvisoria salvaguardia del paesaggio rurale della Sardegna, per il completamento della pianificazione e la tutela di tutto il territorio regionale ai sensi del decreto legislativo 42 del 2004”. Che dice pochissime cose, ve le leggo e poi le commentiamo rapidamente:

“La giunta regionale entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge adotta il Piano Paesaggistico Regionale esteso a tutto il territorio regionale, integrando la legislazione paesaggistica della fascia costiera con quella del restante territorio regionale, ai sensi dell’art. 135 del Decreto Legislativo”. Per quanto compatibili, nella fase di pianificazione delle aree interne della Sardegna continuano ad applicarsi le disposizioni di cui alla Legge Salvacoste N.8 del 2004, salvo che i comuni interessati non dispongano di PUC adeguato alle disposizioni di cui alle norme tecniche di attuazione del PPR, cioè anche quelli che hanno fatto uno sforzo vanno premiati, e quelli che invece stanno tardando a recepire devono essere in qualche modo segnalati, perché tutti dobbiamo dare il nostro contributo al fine ultimo e generale. La fase di pianificazione avviata, con la presente legge dovrà disporre lo studio e la tipicizzazione del territorio rurale della Sardegna, indagando le stratificazioni antropiche, attraverso la valorizzazione del sistema ambientale, delle tradizioni e delle vocazioni agrarie e forestali e pastorali. Fino all’approvazione del Piano Paesaggistico Regionale esteso a tutto il territorio regionale, è fatto divieto di realizzare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, salvo quelli previsti e precedentemente autorizzati per i quali alla data di entrata in vigore della presente legge, i relativi lavori abbiano avuto inizio e abbiano realizzato una modificazione irreversibile dello stato dei luoghi.

La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione”.

Dentro il lavoro che dovrà portare all’approvazione del Piano Paesaggistico di tutta la Sardegna, di tutto il territorio regionale è necessario poi, per questo specifico argomento, integrare l’art. 112 delle norme tecniche di attuazione, che parla appunto di “impianti dell’energia rinnovabile” con un comma 3. Cioè noi abbiamo il titolo primo, l’assetto ambientale, che nelle norme tecniche va dall’art. 17 all’art. 46, che parla di tutto il compendio di quelle che sono le altre le aree naturali delle zone interne appunto, e non solo, e deve dire questo: “che all’interno di queste aree, per come sono utilizzate non possono essere fatti impianti per la produzione di energia rinnovabile”, e ha aggiunto che è fatta salva ai sensi del comma uno dell’art. 112 la facoltà della Regione, tramite specifici studi e prescrizioni, d’individuare aree a basso valore paesaggistico, di cui quelle che ingegner Bigio diceva idonee, in cui poter ubicare impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili la cui potenza sia, anche qui bisogna sempre collegare la pianificazione territoriale con la pianificazione energetica, non è che di volta in volta cambiamo uno e l’altro va a farsi benedire, dobbiamo tenere in linea due strumenti della pianificazione, perché sono due strumenti che devono essere armonici fra loro, quindi compatibili con questo.

Il problema di questi tempi, non solo in Sardegna ma in Sardegna si vede molto, è il rapporto fra la classe politica, che deve tutelare i valori, e il loro rapporto facile con le Lobby d’interesse. Il Comitato del quale io mi onoro di far parte, per questa ragione deve riportare un orizzonte di moralità nel rapporto fra le Lobby d’interesse e i doveri della politica, perché se non c’è questo, neanche questo tentativo potrà andare in porto felicemente.

Grazie.